giovedì 3 luglio 2014

Storia dello yeti

Lo Yeti è una creatura leggendaria che si ritiene viva nell'Himalaya, ormai entrata nell'immaginario collettivo. È anche noto come abominevole uomo delle nevi, termine originato da una traduzione giornalistica errata dell'espressione in lingua nepalese Metoh Kangmi. Il termine Yeti deriva invece da yen-teh che significa "Quella cosa là", l'espressione usata dagli sherpa per indicare la mitica creatura.
                                caratteristiche

Lo yeti viene descritto come un grosso animale, con analogie con le scimmie, che vive sull'Everest o comunque nell'Himalaya. Si tratterebbe di un essere di altezza compresa tra 1,80 e 2,40 metri, ricoperto di una folta pelliccia di colore bianco. Avrebbe una lunga capigliatura e braccia lunghe fino alle ginocchia. Gli abitanti del Tibet ipotizzano l'esistenza di due tipi di Yeti: il Dzu-teh (che significa cosa grossa), più alto, e il Meh-teh, di altezza più ridotta.

Avvistamenti

Già nel 1407 il bavarese Johann Schildberger, secondo i resoconti di viaggio, avrebbe incontrato lo Yeti sulla catena degli Altai, presso i confini occidentali della Mongolia.

Il primo a riferire dell'esistenza di una creatura pelosa e senza coda, simile ad un uomo, è stato R. R. Hodgson, magistrato britannico, in Nepal dal 1820 al 1843.

Le prime impronte dello Yeti furono scoperte in Tibet dal maggiore L.A. Waddell nel 1889 a più di cinquemila metri di quota.
Nel corso del XIX secolo, si trova qualche riferimento a questo essere semiumano anche in scritti di ufficiali inglesi residenti nella regione himalayana.

Il 22 settembre 1921, il tenente colonnello C. K. Howard-Bury, mentre stava tentando la scalata dell'Everest, percorrendo il sentiero che da Kharta porta a Lhapka-La, vide attraverso il binocolo, su un piano innevato sovrastante, una figura scura dalle sembianze vagamente umane. Quando giunse sul posto, a settemila metri, notò nella neve impronte di piedi nudi dalla forma umana. La notizia raggiunse il mondo civilizzato e diede vita al moderno mito dell'Abominevole Uomo delle Nevi.

Nel 1925, nella regione del ghiacciaio Zemu (ad un'altitudine di circa 4500 metri), N.A. Tombazi, fotografo greco della Royal Geographical Society di Londra, vide una creatura in movimento circa 300 metri più in basso. Essa scomparve prima che Tombazi potesse preparare la macchina fotografica ma, scendendo, ne rinvenne le impronte.

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