giovedì 3 luglio 2014

Quinto caso alieno piu famoso del mondo,il caso (

Il 2 luglio 1947 nella cittadina di Roswell in Nuovo Messico il Sig. Dan Wilmot e sua moglie osservano verso le 21.50 un oggetto luminoso discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona. Nella notte scoppia un violento temporale, il cielo è coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. E’ in quelle ore, prima dell’alba del 3 luglio, prima dell’alba del 3 luglio che, probabilmente, avviene l’incidente: un UFO per cause mai accertate, precipita nel deserto.

Nel febbraio del 1950 l’ingegnere civile Barney “Grady” Barnett di Socorro confida ai coniugi Maltais, suoi vecchi amici cui richiede di mantenere il segreto, che il 3 luglio 1947, mentre si trovava per servizio nel deserto nella zona fra Magdalena e Socorro, si era trovato improvvisamente davanti un oggetto metallico discoidale dai 7 ai 9 metri di diametro, cui si era avvicinato a piedi, sino quasi a poterlo toccare. Sul posto intanto erano giunte altre persone (fra cui anche dei giovani, forse studenti) facenti parte di un gruppo archeologico dell’Universita’ della Pennsylvania. Accanto al veicolo schiantato tutti avevano visto, proiettati all’esterno, degli esseri umanoidi ormai privi di vita, di corporatura esile, con teste molto grandi, di carnagione chiara e completamente glabri. Di lì a poco era entrato in scena un camion militare carico di soldati che avrebbero bloccato prontamente e poi allontanato i civili, intimando loro di non fare parola su quanto avevano visto,mettendo in sicurezza la zona

l’allevatore di bestiame William W. “Mac” rinviene, sparse nel terreno di sua proprieta’, una quantità di “pezzi metallici la mattina del 6 luglio decide di recarsi in città con dei frammenti del materiale presso l’Ufficio Meteorologico, dove lo invitano a prendere contatto con lo sceriffo George Wilcox.

Wilcox prende atto della situazione e informa subito il comando militare di Roswell ed il comandante della Base, il Colonnello William Blanchard, da’ ordine al Maggiore Jesse Marcel, di recarsi sul luogo e iniziare le investigazioni. Marcel parla con Brazel, il quale si trova ancora nell’ufficio dello sceriffo.

 

E’ in quest’arco di tempo che l’allevatore viene intervistato dalla stazione radio locale KGFL. Marcel, accompagnato dal collaboratore Sheridan Cavitt (anch’ egli del CIC), preleva Brazel nell’ufficio di Wilcox e i tre si recano in macchina sul posto. Passata la notte presso la fattoria dell’allevatore, il 7 effettuano una ricognizione e riscontrano la presenza dei misteriosi frammenti, di cui Marcel raccoglie una buona quantità che sistema nella sua auto. Nella notte, prima di rientrare alla base, Marcel passa da casa e mostra alla moglie e al figlio Jesse Jr. i materiali. Una testimonianza quella di Marcel Jr. di importanza fondamentale.

La stazione radio KGFL di Roswell, sta per mandare in onda l’intervista con Brazel registrata il giorno prima, ma è bloccato da una telefonata del segretario della Commissione Federale Comunicazioni di Washington che gli ingiunge di non farlo. Il giorno 8, John McBoyle, cronista della stazione KSWS di Roswell, telefona a Lydia Sleppy, telescriventista della KOAT Radio di Albuquerque e le dice di trasmettere per telescrivente all’American Broadcasting Company (ABC) la seguente notizia: “Un disco volante è caduto in prossimità di Roswell… E’ come un grosso catino, sfasciato… Un allevatore lo ha trascinato con un trattore sotto un capannone per il bestiame… E’ intervenuto I’Esercito che si accinge a recuperarlo… L’intera zona è bloccata… Si parla di piccoli uomini che si troverebbero a bordo…”. Ma la notizia non filtra sul filo, perché la trasmissione viene stranamente interrotta.

Subito dopo la Sleppy riceve una telefonata da McBoyle che le dice “dimentica tutto, non ne hai mai sentito parlare” (in seguito il cronista dirà alla Sleppy di avere assistito al decollo di un aereo da trasporto con destinazione Wright Field, contenente i rottami del “disco”).

“Mac” Brazel viene prelevato dai militari e tenuto sotto stretta custodia fino al giorno 15 quando verrà rilasciato, ormai convinto di dover cambiare versione dei fatti, a tal punto da non confidare la verità neppure alla moglie.

L’otto luglio pressato dai giornalisti che pretendono particolari, il Col. Blanchard chiama l’addetto stampa della base, Ten. Walter Haut, e redige con lui un comunicato stampa ufficiale.

Il Generale Roger Ramey confermera’ al Col. Blanchard la contrarieta’ del Pentagono, espressagli dal Gen. Hoyt Vandenberg da cui dipendeva, nei confronti del comunicato stampa diffuso dal Ten. Haut, e assume il controllo operativo di una situazione che, evidentemente, è già sfuggita di mano ai vertici militari.

 

L’8 luglio interviene l’FBI che in un telegramma, a firma di un non meglio identificato “Wyly”, inoltrato in copia a Edgar Hoover (capo dell’FBI) e al SAC fornisce le seguenti indicazioni:

“Informazioni riguardanti il disco volante di Roswell e il suo trasporto da parte del Q.G. dell’8 Air Force – disco volante o pallone sonda alla base aerea di Wright Field (Ohio) – Censurate le notizie. Firmato Wyly”.

A questo punto il Generale Roger Ramey, alla radio di Fort Worth nel Texas (WBAP), dichiara che il “disco volante” era solo un pallone sonda. Giunto poi a Roswell, Ramey convoca i giornalisti e mostra loro – costringendo il Magg. Marcel a posare in silenzio per i fotografi – i frammenti di un pallone meteorologico cui si attribuisce la responsabilità dell’incidente.

Il provvedimento successivo e’ nei con fronti di Blanchard, che viene spedito in licenza e viene sostituito dal Ten. Col. Payne Jennings, poi disperso col suo aereo diretto in Inghilterra mentre sorvolava l’Atlantico nella zona delle Bermude. Il Magg. Marcel avrebbe dovuto accompagnarlo, ma fu trattenuto dall’intervento personale del Col. Blanchard. Ritiratosi col grado di generale a tre stelle, Blanchard uscì di scena con estrema discrezione da tutta la vicenda. Anche il Ten. Haut manterra’ fino al suo pensionamento “un dovuto riserbo”. Dopo la sua morte, la vedova di Blanchard dichiaro’ che il marito sapeva che “il relitto non era un pallone sonda”. Ma per i militari americani lo rimase, con il benestare dell’allora presidente Harry Truman.

 

Quando il 9 luglio 1947 il quotidiano “Roswell Daily Record” pubblica le dichiarazioni del generale Roger R. Ramey, comandante dell’Ottava Air Force, dal quartier generale di Fort Worth, Texas, il caso Roswell per il Pentagono è ufficialmente chiuso. Non si è trattato del recupero di un disco volante precipitato e del suo equipaggio, ma di un semplice pallone sonda. Questa versione viene mantenuta ancora oggi

Durante il corso degli anni vi furono varie segnalazioni da parte degli abitanti di Roswell circa le attività dell’aeronautica e dell’FBI. Alcuni abitanti dissero che a volte il personale dell’aeronautica portava dei relitti e dei corpi non umani in camion dell’FBI. Tutte queste illazioni furono smentite dal governo USA.

Testimonianze che si susseguirono dopo le dichiarazioni ufficiali del governo USA fanno si’ che il caso non e’ concluso affatto

L’allora tenente Walter Haut, che aveva l’incarico di curare le pubbliche relazioni della base militare di Roswell e fu responsabile del famoso comunicato stampa dell’8 luglio del 1947, ha lasciato una sua dichiarazione firmata e sigillata da aprirsi solo dopo la sua morte (avvenuta il 15 dicembre 2005). In essa egli dichiara in sostanza che la prima versione pubblicata nel comunicato stampa in questione era esattamente veritiera circa i fatti: “Sono convinto che quello che io personalmente osservai era un tipo di astronave e il suo equipaggio provenienti dallo spazio”.

Il testo integrale della dichiarazione giurata è stato pubblicato nel giugno 2007 nel libro Witness to Roswell: Unmasking the 60 Year Cover-Up. Secondo gli autori, Haut aveva giurato al suo amico colonnello Blanchard di non rivelare in vita nessuna informazione sull’accaduto, pertanto, aveva sempre negato di essere stato testimone degli eventi, dicendo di aver rilasciato informazioni che gli erano state riferite.

 

Nella sua dichiarazione, Haut racconto’ che l’8 luglio 1947, a seguito del comunicato stampa dato nel pomeriggio, era stato portato in un hangar della base dal colonnello Blanchard. Qui vide un’astronave a forma di uovo lunga circa 4 metri e mezzo e diversi piccoli corpi di circa un metro di altezza con le teste di grandi dimensioni. Era sicuro che i corpi erano alieni e si trovavano sul veicolo spaziale schiantatosi a Roswell. Haut ha inoltre dichiarato che c’erano due zone con i detriti, il primo era un campo di detriti di grandi dimensioni a circa 75 miglia nord-ovest di Roswell (il sito indagato dal maggiore Marcel), e il secondo, a circa 40 miglia a nord della citta’, dove sono stati trovati l’astronave principale e i corpi. Il sito a nord era stato trovato da civili il 7 luglio. Nel corso della riunione della mattina dell’8 luglio, in cui Haut partecipò, gli ufficiali della base vennero informati degli strani detriti trovati in giro, che nessuno seppe identificare. Haut disse che ci fu una discussione su cio’ che doveva essere raccontato al pubblico. Il Generale Ramey era arrivato per partecipare alla riunione. Ramey suggeri’ di comunicare all’opinione pubblica solo del campo di detriti piu’ distante, come diversivo, per distrarre dalla zona piu’ importante con i corpi e il veicolo spaziale. Egli seppe che Ramey stava eseguendo gli ordini del Pentagono. Haut aggiunse che non era a conoscenza esattamente di quali informazioni divulgare. Il comunicato stampa che venne emesso dopo poche ore descrisse solo la prima zona con i detriti in termini generali, dicendo che l’United States Army Air Forces era venuto in possesso di un “disco volante” con la collaborazione di un allevatore locale, ed era stato trasferito ai “piani più alti” dopo essere stato esaminato alla base. Il Generale Ramey disse in seguito che un pallone meteorologico e’ stato erroneamente identificato come un disco volante.

In un documentario video della Sci Fi Investigates del canale Syfy durante l’episodio dell’8 novembre 2006 “The Roswell Incident” vi e’ l’intervista a Elias Benjamin, poliziotto militare del 390° Air Service Squadron che la notte tra il 7 e l’8 luglio scortò tre corpi sotto un lenzuolo dall’Hangar 84 all’ospedale della base militare di Roswell. Egli racconta che durante il trasporto uno dei corpi sembrava muoversi, e che durante il trasferimento, il lenzuolo scivolò “rivelando un volto grigio e turgido, e una testa priva di capelli di una specie che capì non essere umana”. Più tardi nell’ospedale della base, con il lenzuolo rimosso, egli vide “un essere molto piccolo, con una testa a forma di uovo piu’ grande rispetto al corpo. … gli unici elementi del viso che ricordo ora e’ che aveva gli occhi obliqui, due fori che avrebbero potuto essere il naso, e una piccola fessura che avrebbe potuto essere la bocca. Credo che fosse viva. C’era un odore terribile in ospedale.” Aveva anche visto i detriti metallici dello schianto nel capannone che non appartenevano a un incidente aereo, perché non erano bruciati. Piu’ tardi, “Sono stato interrogato e mi fecero firmare una dichiarazione di riservatezza. Mi è stato detto che se avessi parlato, sarebbe successo qualcosa di brutto, non solo a me, ma anche alla mia famiglia

Il sergente Frederick Benthal, esperto fotografo, racconto’ che lui e il caporale Al Kirkpatrick partirono in aereo da Washington DC, per fotografare il relitto e i corpi degli alieni. Essi furono condotti a nord di Roswell nella zona dello schianto, dove Benthal vide i camion che trasportavano rottami di un oggetto di qualche tipo. Poi Kirkpatrick venne condotto a in un’altra zona dove venivano raccolti altri pezzi, mentre Benthal venne portato in una tenda vicina. Nella tenda fotografò alcuni piccoli corpi sdraiati su un telo. “Erano quasi tutti identici, dalla pelle scura, sottile e con teste di grandi dimensioni. C’era un odore strano dentro la tenda che puzzava come fosse formaldeide”. Kirkpatrick in seguito andò in un altro sito dove c’erano camion carichi di rottami. Tutte le loro attrezzature e materiale fotografico venne confiscato. Essi tornarono alla base e poi tornarono a Washington, dove vennero interrogati e dissero di non aver visto nulla

Nel 1991, un produttore londinese, tale Ray Santilli, affermo’ di essere entrato in possesso di alcune bobine di pellicola cinematografica che ritraevano uno degli alieni precipitati a Roswell nel 1947

 

Il produttore dichiaro’ che mentre cercava dei video musicali del famoso cantante Elvis Presley, un ex cineoperatore statunitense, Jack Barnett (pseudonimo), gli aveva venduto delle pellicole che mostravano l’autopsia da parte di due medici ad un ipotetico extraterrestre, quello che secondo gli ufologi corrisponde alla descrizione di un Grigio medio.

 

Le riprese, in bianco e nero, sono senza sonoro e presentano vari tagli. Nel 1994 il filmato arriva in Italia, mandato in onda dal programma televisivo Rai Misteri, condotto da Lorenza Foschini.

 

Le sequenze fecero molto scalpore ma, a seguito di numerosi studi condotti sui fotogrammi e sulla location del presunto laboratorio, gli esperti hanno classificato il filmato come assolutamente falso, come poi lo stesso Santilli ha dichiarato. Telefoni, prese elettriche ed altri dettagli che vengono inquadrati nelle riprese, risultano infatti anacronistici rispetto al 1947, anno del presunto schianto dell’UFO secondo alcuni. Altri invece contestano il modo in cui i presunti medici utilizzavano gli strumenti per l’autopsia, in modo decisamente rozzo e poco preciso rispetto a come invece si ritiene che agirebbe un medico abituato a simili operazioni.

 

Santilli stesso, dopo che il filmato era stato già trasmesso in tutto il mondo, ha ammesso che il filmato e’ un falso, girato con un amico, anche se sostiene che esista un originale, ma troppo rovinato e in pessimo stato.

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